Buondì lettori! Oggi finalmente sono riuscita a scrivere la recensione per un libro che ho finito da poco, un libro meraviglioso e che ho amato tantissimo: Le stanze buie di Francesca Diotallevi. Non sono sicura di essere riuscita ad esprimere tutta la mia adorazione per questo libro!
Titolo: Le stanze buie
Autrice: Francesca Diotallevi
Editore: Mursia
Pagine: 400
Prezzo: € 22,00
Data di pubblicazione: 13 settembre 2013
Dopo aver sentito parlare con tanto entusiasmo di Le stanze buie, mi sono decisa a prenderlo. Ho faticato un po’ per averlo perché volevo ottenerlo con uno scambio o almeno usato, visto il prezzo esorbitante. Perché diciamocelo: 22 euro sono troppi per un libro non rilegato. Eppure, ora che l’ho finito sarei disposta ancora a spendere quei 22 euro, perché questo è un libro bellissimo, questo è un libro stupendo. E’ stato amore puro con Le stanze buie fin dalla prima volta che l’ho toccato con mano. Se prima lo avevo visto in qualche blog con un’occhiata distratta e snob, adesso adoro anche la cover.
Le stanze buie è ambientato nell’Italia ottocentesca. Anche lo stile di scrittura sembra quasi risalente a questo periodo storico. E’ incredibile di come l’autrice sia riuscita a ricostruire con una tale precisione il linguaggio d’epoca, le usanze e i costumi.
Mi sembrava quasi di leggere un libro molto simile allo stile delle Bronte. E’ ben scritto, curato nei minimi dettagli e proprio per questo motivo è riuscito a farmi vivere un’altra epoca. L’epoca di Vittorio Fubini, un trentanovenne torinese che in seguito alla morte dello zio, eredita il ruolo di maggiordomo nella villa dei Flores. Vittorio prende molto seriamente il suo lavoro, adora curare i dettagli e la perfezione. Ben presto imparerà a conoscere il signor Flores, uomo apparentemente devoto al lavoro e alla moglie e conoscer anche la signora Flores, la cuoca, la cameriera e gli altri servitori. Ma nella villa succedono cose strane, ci sono stanze buie che sono rimaste chiuse per anni, ci sono segreti che aspettano di vedere la luce…
La prima parte del libro si dedica a Vittorio e al suo arrivo nella villa Flores. Vittorio ci racconta in prima persona tutti i suoi pensieri da maggiordomo diligente e perfezionista. Nelle prime cento pagine in realtà non succede nulla di che, eppure non mi sono mai annoiata. A mano a mano che la storia prosegue, l’autrice inizia a seminare lentamente indizi qua e là, depistando il lettore. Nella villa Flores accadono cose strane e ho iniziato a fare tutta una serie di ipotesi per capire cosa stava succedendo. Mi credete se vi dico che non sono mai riuscita a risolvere il mistero fino a quando non viene svelato? Credevo di diventare matta a furia di cercare un filo conduttore per sbrogliare tutta la situazione. Ho fatto ipotesi pazzesche, sono arrivata a pensare anche cose totalmente assurde e insane pur di spiegarmi il mistero della villa e della famiglia Flores. Ed ecco che poi arrivo alla fine a bocca aperta e gli occhi spalancati. Mai mi sarei aspettata una storia così. Nel finale ogni piccolo indizio ha un suo perché e va finalmente al suo posto. L’autrice, grande maestra, era riuscita a non farmi scoprire nulla fino alla fine.
Non ho apprezzato questo libro solo per il mistero ben costruito, ma anche per tutto il resto a partire dallo stile fino alla caratterizzazione dei personaggi. La storia stessa mi è piaciuta tantissimo e mi ha emozionata. Non è un libro leggero, è un libro che va letto con impegno per non perdersi neanche una parola e per assaporare ogni singolo significato. Questo libro è denso, è pieno di significato che mi ha anche commosso nel finale. Ho adorato l’evoluzione, il cambiamento di Fubini che da rigido e perfetto, diventa un’altra persona. Anzi “diventa” è il termine sbagliato perché Fubini non cambia, Fubini semplicemente scopre il suo vero io e l’amore.
Un libro bellissimo che mi ha davvero sorpresa, un libro che voglio rileggere, un viaggio nell’ottocento, un mistero da scoprire e una storia da amare, meritevole di cinque stelline.
Lettori e voi cosa ne pensate? Vi ispira questo libro? Lo avete già letto?
Autrice: Francesca Diotallevi
Editore: Mursia
Pagine: 400
Prezzo: € 22,00
Data di pubblicazione: 13 settembre 2013
TRAMA:
Torino 1864. Un impeccabile maggiordomo di città viene catapultato nelle Langhe: per volere testamentario di un lontano zio, suo protettore, dovrà occuparsi della servitù nella villa dei conti Flores. Il protagonista si scontra così con il mondo provinciale, completamente diverso da quello dorato e sfavillante dell'alta società torinese, e con le abitudini dei nuovi padroni e dei loro dipendenti. Nella casa ci sono un conte burbero, una donna eccentrica e anti-conformista, ma anche sola e infelice, un cameriere dalla doppia faccia e una vecchia che sa molte cose, ma soprattutto c'è una stanza chiusa da anni nella quale non si può assolutamente entrare. A partire da questo e da altri misteri il maggiordomo si troverà, suo malgrado, a scavare nel passato della famiglia per scoprire segreti inconfessati celati da molto tempo e destinati a cambiare per sempre la sua vita.
L'AUTRICE:
È nata a Milano nel 1985. Si è laureata in scienze dei beni culturali presso l'università degli studi di Milano e attualmente vive a Roma. Le stanze buie è il suo primo romanzo.
LA MIA RECENSIONE:
Dopo aver sentito parlare con tanto entusiasmo di Le stanze buie, mi sono decisa a prenderlo. Ho faticato un po’ per averlo perché volevo ottenerlo con uno scambio o almeno usato, visto il prezzo esorbitante. Perché diciamocelo: 22 euro sono troppi per un libro non rilegato. Eppure, ora che l’ho finito sarei disposta ancora a spendere quei 22 euro, perché questo è un libro bellissimo, questo è un libro stupendo. E’ stato amore puro con Le stanze buie fin dalla prima volta che l’ho toccato con mano. Se prima lo avevo visto in qualche blog con un’occhiata distratta e snob, adesso adoro anche la cover.
Le stanze buie è ambientato nell’Italia ottocentesca. Anche lo stile di scrittura sembra quasi risalente a questo periodo storico. E’ incredibile di come l’autrice sia riuscita a ricostruire con una tale precisione il linguaggio d’epoca, le usanze e i costumi.
La prima parte del libro si dedica a Vittorio e al suo arrivo nella villa Flores. Vittorio ci racconta in prima persona tutti i suoi pensieri da maggiordomo diligente e perfezionista. Nelle prime cento pagine in realtà non succede nulla di che, eppure non mi sono mai annoiata. A mano a mano che la storia prosegue, l’autrice inizia a seminare lentamente indizi qua e là, depistando il lettore. Nella villa Flores accadono cose strane e ho iniziato a fare tutta una serie di ipotesi per capire cosa stava succedendo. Mi credete se vi dico che non sono mai riuscita a risolvere il mistero fino a quando non viene svelato? Credevo di diventare matta a furia di cercare un filo conduttore per sbrogliare tutta la situazione. Ho fatto ipotesi pazzesche, sono arrivata a pensare anche cose totalmente assurde e insane pur di spiegarmi il mistero della villa e della famiglia Flores. Ed ecco che poi arrivo alla fine a bocca aperta e gli occhi spalancati. Mai mi sarei aspettata una storia così. Nel finale ogni piccolo indizio ha un suo perché e va finalmente al suo posto. L’autrice, grande maestra, era riuscita a non farmi scoprire nulla fino alla fine.
Un libro bellissimo che mi ha davvero sorpresa, un libro che voglio rileggere, un viaggio nell’ottocento, un mistero da scoprire e una storia da amare, meritevole di cinque stelline.
Valutazione:

Lettori e voi cosa ne pensate? Vi ispira questo libro? Lo avete già letto?
Dreaming Fantasy